Nel XVIII secolo sia uomini che donne seguivano la moda dettata dalle grandi corti di Francia ed Inghilterra. La pietra privilegiata dell'epoca è sicuramente il diamante,adorato per la luce gelida che è in grado di trasmettere soprattutto alla luce delle candele di cera d'api e per la capacità di esaltare la figura,mentre gli abiti da giorno iniziano a differenziarsi,come i gioielli,da quelli da sera,aspetto non presente nelle epoche precedenti.
La ricerca di un sostitutivo del diamante, in grado
di donare la stessa apparenza di sfarzo, favorisce l’affermarsi del vetro al
piombo, scoperta importante che portò alla rivoluzione del mercato dei
gioielli: un materiale così povero consentiva un’ampia possibilità di
sperimentare tagli e fogge, impossibili con le pietre preziose.
La Boemia, terra ricchissima di pietre
preziose e semipreziose, inizia proprio in questo periodo a diventare famosa
per i suoi artigiani esperti nel taglio delle gemme e del vetro, fama che
rimarrà costante nei secoli successivi.
La lavorazione degli strass diventa tanto importante nella
Parigi della fine del 1700 da riunire più di 300 maestri disegnatori e
gioiellieri nella corporazione dei bijoutiers
faussetiers,i “gioiellieri falsificatori”. E’ in questi stessi anni che nascono le parure ovvero spille, collane, bracciali orecchini ed aigrettes abbinati tra loro.
E’ l’epoca in cui ha la meglio
il gusto roccocò, l’amore per i soggetti floreali, i fiocchi, e i gioielli tremblant, montati su molle in modo da vibrare al
movimento di chi li indossa.
Ornamento da corsetto in oro e diamanti, con rose, garofani e altri fiori montati.
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E’ di gran uso il memento mori, un gioiello che ricorda la
caducità della vita da cui nasceranno i gioielli da lutto in commemorazione dei
propri cari ma anche di personaggi noti; assieme a questi continuano ad essere
indossati importanti gioielli in strass, sempre più diffusi presso
tutte le classi sociali.
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