Continuiamo il nostro percorso sull'arte orafa concentrandoci sul 1800-1900!
In Francia, nel 1804, con la proclamazione dell’Impero,
rifioriscono tutte le attività legate agli articoli di lusso, ed è in questa
fase che l’arte orafa gode di un particolare splendore, sia grazie all’opera
dei joailliers che lavoravano le pietre preziose sia
grazie a quella dei bjoutiers, che utilizzavano metalli non preziosi
o semi preziosi.
L’Ottocento è, però, anche l’epoca dei gioielli vittoriani che,
dal 1861 - anno in cui il Principe Alberto marito della regina Vittoria muore
di tifo - diventano gioielli da lutto, da indossarsi durante le ore del
mattino. Il colore per questi gioielli è rigorosamente il nero, i materiali
invece sono i più svariati, dallo smalto all’onice, dal vetro al giaietto.
Gruppo di diversi oggetti neri in giaietto e falso giaietto dell'epoca vittoriana |
Il look nel dopoguerra è androgino, detto “alla maschietta”,
caratterizzato da capelli corti e vestiti di foggia maschile; l’immagine che
nelle riviste del tempo raffigura le donne delle classi più agiate è quella di
figurini senza forme. Chanel, che propone questo stile, abbina
gioielli falsi, perle simulate e vetri, con gioielli veri: il bijoux entra
timidamente nell’abbigliamento femminile, viene indossato ancora solo dalla
donna della classe superiore, che ha possibilità maggiore di “sfidare” i canoni
sociali, e dalle emergenti dive del cinema muto: siamo nell’epoca
del Futurismo e dell’Art
Decò.
Il gioiello “falso” inizia a prendere quella strada che lo
porterà ad essere costume
jewelry, un prodotto
industriale che per avere successo deve rinnovarsi continuamente interpretando
ed influenzando il gusto del pubblico. Si apre lo spazio culturale del bijou
come oggetto di manipolazione, invece che come accumulo di materia, in cui lo
stile supera la “cosa”.
Gli anni ’30 sono il decennio delle grandi dive di Hollywood che
con le loro immagini esorcizzano la fatica delle famiglie a vivere nella realtà
che le circonda.
In “Via
Col Vento”, per la prima volta, vengono usati
gioielli falsi creati appositamente da Joseff of Hollywood per la pellicola: si
tratta di gioielli molto grandi e vistosi che in questo modo risultano visibili
durante le riprese; tale pratica porterà a risparmiare molti dollari che
precedentemente venivano impiegati per l’affitto di grandi gioielli veri!
La crisi economica fa perdere numerosi clienti ai gioiellieri,
perciò molti di essi iniziano a produrre accanto alla linea di gioielli veri
una linea di bijoux, falsi ma eccellenti per stile e fattura.
I bijoux iniziano ad essere venduti nei grandi magazzini, anche
in quelli più popolari, offrendo collezioni ricche e fantasiose che cambiano ad
ogni stagione. L’uso del bijoux diventa il segno di una progressiva
democratizzazione della società e della maggiore importanza del ruolo della
donna, che vale non per la famiglia a cui appartiene e di cui eredita i
gioielli, ma per le sue capacità e doti, anche di eleganza e fantasia, che si
riflettono nel successo della bigiotteria. Nella prima metà degli anni ’40 si
diffondono gioielli patriottici che furono indossati da chi voleva augurare ai
soldati buona fortuna, fatti, a causa di un decreto presidenziale che vietava
l’uso di materiali utili per scopi bellici, di materiali facilmente reperibili
e più disparati, come raffia, legno, resine e, per la produzione più raffinata, sterling ossia argento 925.
Dopo il grigiore degli anni ’40 c’è la voglia di colore: è’ il
decennio del rock
‘n roll, dei blue jeans e della Barbie.
Il cambio della moda rende necessari nuovi modelli di bijoux,
che ora non solo sono socialmente accettati ma diventano un accessorio chic.
S’incrementa la vendita dei bijoux nei grandi magazzini a prezzi concorrenziali
ma quella che letteralmente spopola è la moda degli home party, lanciata nel 1949 dalla Emmons, che 2
anni dopo prenderà il nome Sarah Coventry.
Negli anni ’70 l’industria del gioiello vede un calo di
produzione. Cosi come nel periodo della crisi economica degli anni ’40, I
bijoux non sono visti di buon occhio ad eccezione degli orecchini molto grandi
e dei pendenti con simboli naturali. I temi ricorrenti negli accessori sono
principalmente tre e si sono sostanzialmente susseguiti cronologicamente: gli
elementi di richiamo alla cultura indiana, soprattutto a cavallo degli anni ’60
e ‘70, i motivi floreali, presenti in tutta la moda dell’epoca, arrivatici
direttamente dai movimenti hippy della flower power e le linee geometriche. I materiali utilizzati sono
poveri oltre che intrinsecamente anche nell’aspetto: fili metallici intrecciati
tra loro, stoffa, perline e piccoli ciondoli in materiali plastici vanno a
creare lunghe collane, bracciali indossati indistintamente da uomini e donne,
grandi ed appariscenti orecchini.
Nei primi anni ‘80 è influente lo strascico del fenomeno punk
nato alla fine degli anni ’70. E’ il periodo dell’esagerazione, dei grandi
gioielli vistosi, dei tessuti laminati e della voglia di mostrare opulenza a
tutti i costi, è il periodo dei colori sgargianti, come il fucsia, il giallo e
il blu elettrico, del trucco vistoso.
Gli anni ’90, a differenza del decennio precedente, sono
caratterizzati da un ritorno al minimalismo per quanto riguarda i gioielli e
l’abbigliamento.
I bijoux di questo periodo sono nettamente inferiori e vi è per
molti versi il ritorno all’oro. Il bijou di fantasia d’epoca diventa oggetto da
collezionare, tanto da diventare oggi un allettante prodotto da allocare sul
mercato anche tramite il commercio elettronico nella sua forma più particolare,
quello dell’asta on line: il sistema di eBay ne è l’esempio più eclatante.
Lo sai che Torre del Greco è famosa in tutto il mondo per l'arte degli orefici?! Ci sono famiglie che da generazioni e generazioni lavorano l'oro, anche se ultimamente la crisi sta spazzando via tutto! Ma è ancora possibile visitare vecchie botteghe e tanti "artisti" che producono ancora oggi gioielli e tanto altro ancora! Vieniti a fare un giro!
RispondiEliminaMolto interessante!!! Sicuramente verrò a farmi un giro :P
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